e poi c'è la germana
cento chili, un grembialaccio, un fazzoletto al collo come tornasse dai campi
eppure, appena apre bocca, eloquio perfetto, espressioni forbite, sintassi cristallina
eppure, appena apre gli occhi, lampi vividi e liquidi nello sperdimento di uno sguardo.
germana, il passo lento, il ventre largo
un marito sparito in pochi giorni
due figli assenti da anni
un lungo silenzio a tollerare il dolore
e, da allora, una, sola, immensa idea:
lei, una profetessa della povertà
lei, abiti semplici per espiare il lusso altrui
lei, ogni sigaretta fumata, un bambino africano salvato.
tanto può fare, la profetessa germana, senza marito, eppure medium di uno spirito contadino lontano secoli.
e la vedi fumare d'inverno, nel gelido giardino
uno scialle marrone sulle spalle forti
lei, la germana, sola e povera
lei, la profetessa, vittoriosa e tenace.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
La scuola, tanto tempo fa, mi ha allontanato dalla poesia. Questa è una di quelle che potrebbe farmi riavvicinare.
RispondiEliminadifficile portare la poesia nella nave
RispondiEliminaancora più difficile restare nella nave con poesia
grazie