martedì 24 febbraio 2009

New-man al Ciak


Ciak, si canta.
Entra un signore vestito da americano in vacanza, pantalonacci e camicia che gli copre la panza.
Si siede al piano. E’ robusto, i capelli sono bianchi, occhiale fuori moda. Sembra piccolo, davanti al gran coda.
Ma quando le mani grassocce si posano sulla tastiera, in sala si fa un silenzio sospeso. Quell’americano in gita sa spremere emozioni da quella tastiera, e lo fa maledettamente bene, con l’arma più carognescamente efficace e intelligente che l’uomo abbia a disposizione:l’ironia (rara),l’autoironia (rarissima), l’abilità di cogliere da un dettaglio un simbolo (e qui siamo nell’astrale).
Canta, suona, e parla. In americano, logico. Ma in tanti lo capiscono, ridono, lo seguono. E lui si scioglie, si sente bene, si sente che si sente bene. Inanella una perla dopo un’altra, con quella sua voce metà da nero ubriaco (e che differenza fa se è bianco, e sobrio?) metà da Forrest Gump (eggià, ci ha fatto pure la colonna sonora…).
Come la vita, una scatola di cioccolatini, e non sai mai cosa ci puoi trovare dentro. Le risate si alternano ai brividi, la tristezza all’allegria, il chiaro allo scuro. L’omone in vacanza ci prende per mano e ci fa fare un giro nel suo mondo, fatto di amori, di sentimenti, di dolori, di solitudini, di equilibri precari.
Dice che ha scritto colonne sonore per soldi…spesso avverti il mestieraccio di chi sa come fare il ruffiano…ma i guizzi di genio ci sono, eccome.
Anche per quel suo modo di fare suonare il pianoforte, metà Scott Joplin metà Hollywood, che le mani sono due, ma ne senti di più, anzi, ci senti un’orchestra dietro, a volte. E altre volte lo senti tremendamente solo, e ti viene da dargli una pacca sulle spalle, e dirgli, ‘dai Randy, ce la farai anche stavolta…’.
E fa un bell’effetto straniante, da cannocchiale rovesciato, vedere che lo applaudono Conte, Pagani, Bubola…tutti lì, seduti ordinati precisi come scolari. Chissà quanto e cosa hanno imparato da lui.

OK, Randy.Hai fatto il tuo sporco lavoro anche stasera. Go home. A noi resta il flash delle tue mani grassocce e magiche riflesse nel gran coda.

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