"Con questa data comincia per me un'era novella. Di questi giorni scopersi nella mia vita qualcosa d'importante, anzi la sola cosa importante che mi sia avvenuta:la descrizione da me fatta di una parte. Certe descrizioni accatastate, messe da parte per un medico che le prescrisse. La leggo e la rileggo e m'è facile di completarla di mettere tutte le cose al posto dove appartenevano e che la mia imperizia non seppe trovare. Com'è viva quella vita e come è definitivamente morta la parte che raccontai. Vado a cercarla talvolta con ansia sentendomi monco, ma non si ritrova. E so anche quella parte che raccontai non ne è la più importante. Si fece la più importante perché la fissai. E ora che cosa sono io? non colui che visse, ma colui che descrissi. Oh! l'unica parte importante è il raccoglimento. Quando tutti comprendono con la chiarezza ch'io ho tutti scriveranno. La vita sarà letteraturizzata. Metà dell'umanità sarà dedicata a leggere e a studiare quello che l'altra metà avrà annotato. E il raccoglimento occuperà il massimo tempo che così sarà sottratto alla vita orrida vera. E se una parte dell'umanità si ribellerà e rifiuterà di leggere le elucubrazioni dell'altra, tanto meglio. Ognuno leggerà se stesso. E la propria vita risulterà più chiara o più oscura, ma si ripeterà, si correggerà, si cristallizzerà. Almeno non resterà qual è priva di rilievo, sepolta non appena nata, con quei giorni che vanno via e s'accumulano uno uguale all'altro di fronte agli anni, i decenni, la vita tanto vuota, capace solo di figurare quale un numero di tabella statistica del movimento demografico. Io voglio scrivere ancora."
(Italo Svevo, Confessione di un vegliardo, 4 aprile 1928).
lo leggo, ad alta voce, nel silenzio di una nave incerta, nelle burrasche di questi giorni, persi fra burocrazie e piccole beghe di stiva.
i clandestini ascoltano, raccolti.
e mi accade di parlare senza riflettere, scoprendo cose nel momento stesso in cui le dico. pericoloso, ma eccitante.
e dico: 'anche qui, svevo è un profeta. in un'età lontanissima dalla nostra, in cui di sicuro nessuno avrebbe pensato alle potenzialità di un ordigno come il pc, svevo ci chiede di raccoglierci, di scrivere e di annotare, e pazienza se nessuno leggerà quanto l'altro scriverà. l'importante sarà aver sottratto la vita alla sepoltura a cui sarebbe destinata altrimenti. e cos'altro è, se non la stessa spinta che anima i blogger?'.
alcuni di loro ce l'hanno, un blog. le luci negli occhi lo rivelano.
anch'io ce l'ho, un blog.
e siamo tutti salvi dalla sepoltura.
grazie, ettore schmitz.
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