e poi c'è la palmira:
tuta rossa, cappello da baseball in tinta,
occhiali spessi dentro un mare di rughe.
sempre seduta al tavolo della sala da pranzo
(dicono che dorma anche lì),
con un mazzo di carte in mano.
parla rigorosamente in dialetto:
'ta giùgat a scupa? o a briscula? vèn scià, ca ta nèti...'
chiunque lei incroci, non saluta mai,
né chiede altro:
vuole ripulire l'avversario,
e in genere ci riesce.
implacabile dietro rughe e occhiali,
sferra i suoi fendenti,
e alla fine stravince,
e chiede:
'ta voeuret la rivincita?'
(chissà perché, lo dice in italiano).
un'intera vita a rimandare.
e ora, finalmente,
il tempo di giocare.
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