lunedì la nave si è trasferita, armi (l'intelligenza) e bagagli (la voglia di comunicare) a bologna. è andata da clandestina su un transatlantico, dapprima silenziosa, timida. poi sempre più sicura di sé, è uscita allo scoperto, si è lasciata coinvolgere, ha parlato e capito.
una lezione sugli stereotipi di genere presenti negli spot e negli annunci pubblicitari, tenuta dall'ottima giovanna cosenza (www.giovannacosenza.it), in un'aula raccolta, con clandestini liceali e universitari mescolati insieme.
solo gli sguardi e le prime rughette d'espressione tradivano i sei anni di differenza. per il resto, stessi jeans, stessi piercing, stessi maglioni slabbrati e sciarpone. e le voci si mischiavano, gli interventi si sovrapponevano, più ponderati quelli dei più grandi, più analitici quelli dei più giovani.
ma l'emozione, per noi, è stata forte. formare coscienze critiche attraverso il confronto. la missione più alta. per tre ore, è stata raggiunta.
due giorni dopo, nella nave, alessio brunialti e la sua chitarra hanno accompagnato cinquanta clandestini in un'escursione nel tempo, attraverso le canzoni contro la guerra. bob dylan, buffy saint john, certo, ma anche victor jara, ma anche boris vian, ma anche billy bragg e donovan.
i clandestini in silenzio ascoltano e pensano. il rumore del pensiero è palpabile.
e alla fine della lezione concerto molti si fermano a chiedere, discutere.
la fiducia nel futuro si può toccare, quando si osa chiedere.
il grande alessio. mi ha detto ieri
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