riflessioni da una nave in rotta nel mondo_fuori e dal mondo_fuori, quando sbarco dalla nave
domenica 23 maggio 2010
INTEmporale
da quarantacinque anni, nella tribù non pioveva. ma stavolta le nuvole stavano arrivando, e un vento tiepido e insistente si stava insinuando da giorni, dando respiro alle gole.
lo sciamano però taceva. scrutava il cielo, saggiava con il battito delle ciglia la direzione del vento, e, la notte, c'era chi giurava di averlo visto solo, sulla collina, a seguire chissà quali traiettorie.
quarantacinque anni sono tanti solo per chi ha quarantacinque anni, o più. per chi può misurare il tempo da una data, da un ricordo. per gli altri, quarantacinque anni sono un numero, un'espressione matematica, un'assenza. neanche conoscevano, gli altri, il colore, il sapore della pioggia. e non potevano sentirne la vera mancanza, la vera necessità.
quella sera, però, la pioggia stava arrivando. febbrili, gli uomini, le donne, i bambini della tribù si riunivano vicini ai totem. chi all'aperto, chi nel chiuso delle loro case, chi, i privilegiati, attorno allo sciamano e ai suoi.
tutti segretamente ripetendo le proprie formule, ognuno la propria, per vedere se, stavolta, avrebbe funzionato. almeno stavolta.
e la pioggia arrivava.
un boato scuoteva la tribù. ed erano sorrisi, urla, abbracci, suoni, energia che fluiva libera e potente dall'uno all'altro.
quando scende la pioggia, non fa distinzioni di ceto, genere, cultura e origine. quando scende la pioggia, bagna tutti, semplicemente. e tutti si fanno bagnare.
così, succedeva che braccia bambine si intrecciavano a braccia anziane, che facce bianche sorridevano a facce nere, o gialle, che padri e figli, ricchi e poveri, colti e ignoranti superavano ogni differenza, e si trovavano, come spinti da un unico vento, fuori, tutti, a cantare, gridare, stringere, suonare, lasciarsi bagnare.
una gioia istintiva e diretta. in questa eterna preistoria del mondo.
io ero in una foresta demaniale, ieri, per una giornata di festa organizzata dall'ente foreste della Sardegna. A 1000 mt di altezza, tra laghetti, frassini, lecci e roverelle, in un bel pezzo di storia del bosco preservato dai ladri carbonai, dal fuoco "amico" e dalla stupidità, tra canoe, biciclette e corsi di educazione ambientale dei nostri cari ranger. Verso le 16 è iniziato a piovere leggero, ma la pioggia quasi nessuno l'ha sentita.
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