Ha lo sguardo che tracima, la falcata che deborda, la gestualità che esonda, la parola che sconvolge, la voce che travolge, e avvolge nelle spire di una mente inesausta.
Visionario? magari, fosse solo visionario.
Visionario, lo definiscono quanti temono la sua chirurgia etica ed estetica. Così, sperano di catalogarlo e rubricarlo sotto la voce 'sogno'.
Invece, Alessandro Bergonzoni non ha un sogno. Ha un bisogno, un sogno doppio, uno per sé e uno per gli altri: un'umanità libera di pensarsi pezzo di Dio.
Invece, Alessandro Bergonzoni è concreto. Tangibile. Dirompente. Non ci sta dentro, perché non ci sta, a de_finire le idee. Non sopporta di vederle finire, le idee. Lui le ama, le idee, con passione devastante, e dà loro forma, falcata, sguardo, voce, parola.
Ci gioca, anche, con le idee, e con le parole che vestono le idee. Le prende, le lascia, le spezza, le unisce. Prende la punteggiatura, e la sposta, la smonta, la rimonta. Prende le immagini nate dalle parole e dalla punteggiatura, e le combina, le scombina, accorda e disunisce.
Prende la piuma d'oca della sua intelligenza, leggera e resistente, e solletica il nostro cervello, reso molle dai cattivi maestri. Il nostro cervello sussulta, si sveglia, si (ri)accende, ride. Ridendo, capisce, scava, scava, scava, e si stupisce.
Perché, scavando, non raggiunge mai il fondo. E invece tocca qualcosa di importante, impalpabile, energico, vitale, infinito, eterno: la sua vastità.
Alessandro Bergonzoni prende il nostro cervello, lo fa ridere per ore, e per ore anche dopo, quando lui ha smesso di tracimare, perché, ormai, il cervello ci ha preso gusto, a pensare, e lo fa anche da solo.
E, sconfinando nella sua vastità, ne scopre l'immensa forza.
fantastico... grazie
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