riflessioni da una nave in rotta nel mondo_fuori e dal mondo_fuori, quando sbarco dalla nave
lunedì 2 febbraio 2009
iniziare...
iniziare sotto la neve.
la nave quasi deserta, le cuccette svuotate, aprichiudi di porte, vagabondare di mozzi e clandestini.
la ciurma svuotata della sua funzione.
eccomeffaccio, avevo programmato una verifica (e ti sta bene, a programmare una verifica di lunedì mattina alle nove, e far star male i clandestini tutta domenica...).
adesso dov'è il tecnico, ho prenotato la cassetta, ma tu hai il dvd, che così lo posso fermare?
il commodoro c'è? ma va, quello arriva da fuori...
la vice arriva, anche lei da fuori, col suo plico di giustifiche da siglare. elegante come solo le vice sanno essere, aplomb innato, si muove nella nave come se fosse piena. sempre davanti al pubblico, ricordatelo. sempre davanti al pubblico. classe, stile, allure, cultura, copincolla da vogue. ricordatelo.
iniziare parlando dell'esame con gli sparuti clandestini . loro appollaiati abbarbicati ai caloriferi, e guardano ogni tanto fuori dagli oblò, eccerto che nevica ancora. il mondo, là fuori, immerso nella cocaina, piste ovunque.
io, che sarei poi io_lapprof, spalmata su una sedia che di solito non si usa mai. tanto, quando nel mondo là fuori nevica, nella nave si può tutto.
si può girare per i ponti. si può scambiarsi di cuccette. si può incrociare le classi, la prima con la terza. si può attardarsi nella stiva, leggiucchiare il giornale, non arrivare, non subito, non ancora, ancora un po' nella stiva, massì, tanto i clandestini sono solo contenti...
si può parlare senza spiegare. consigliare senza imporre. la neve scende sui diari e sui libri, sui banchi e sugli zaininvictistpack. sui registri e sui programmi. sui ruoli e sulla stanchezza del lunedì.
domani pioverà, i clandestini arriveranno tutti.
ma è stato bello, iniziare così.
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