REWIND
In principio era questa:
Ed in principio erano i vent'anni, l'epica del r'n'r, la scoperta di una mitologia che il Far West è niente al confronto: freeway, freedom, free, nel senso di gratis, perché free erano le emozioni elargite a piene mani dalle onde captate dall'antenna TV di casa.
Ed erano America, riff di elettrica, e basso e batteria a segnare i chilometri fra la musica e il cuore, ogni volta più vicini, e una voce quasi nera, e quel tappeto di note dell'Hammond. Bastava poco per sentirsi nel New Jersey, con la Corvette stipata e pronta a viaggiare verso Ovest, che è poi la direzione di tutti i viaggi nati per perdersi e trovarsi.
Erano notti a parlare e sognare, progetti senza brevetto né autorizzazione, a costruire l'impalcatura del nostro futuro. Ma tutto, purché fosse con la musica fuori, sotto,dentro e oltre.
Erano giorni a farsi spazio in un mondo che non sentivamo (ancora? più?) nostro. Ma tutto, purché fosse con una musica come quella in testa.
Poi, lunghi anni di testa bassa e pedalare su un sentiero in salita, a respirare quando ci sembrava che ci fosse almeno un falsopiano, e sempre senza guardare oltre, in alto, altrove, per timore di non vedere niente. Ma sempre, aggrappati ai manubri dei ricordi e di quei sogni, che forse non si sono avverati, ma che bello, sentirli ancora nostri.
E il ritmo del tempo scorre, anche senza che lo vogliamo, né che ce ne accorgiamo. Amici scivolano via, altri restano nel cuore, altri li troviamo per strada, annusandoci simili, con guardinga circospezione.
Finché un venerdì sera, dopo una settimana a pedalare senza quasi respirare, arriva un brandello di senso.
Arriva una sedia a dondolo, su cui ci culliamo nel ricordo del passato, che a un certo punto diventa un razzo, su cui partire, senza paura, per vedere Milano e la nostra vita dall'alto, e intuire che sì, dopotutto, la strada ci chiamerà sempre, purché la sappiamo ascoltare.
E ora è questa:
FASTFORWARD
E tutti gli anni a venire, old rockers busted, che si ostinano a vivere free, convivendo con rughe, capelli bianchi o assenti, acciacchi e pensioni che non arrivano. Ma che non si arrendono, finché la strada chiamerà, e finché ci saranno un basso e una batteria a pompare sangue, un sax a soffiare emozioni, una voce a tirare fuori l'anima, un piano a disegnare sogni e una chitarra a ricamarli.
Perché i Rocking Rocket Chairs, quando tornano, è per sempre. E perché quando tornano, ci siamo noi a vivere il sogno con loro.
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