"Cosa? Vuoi dire il giradischi? O il piatto per gli LP, i 33 giri, gli album?" -
"Sì, quello...è lì da quando sono nata, ma non lo hai mai usato..."
Non è lì da quando sei nata. E' con me da molto prima. Uno stereo non compatto, due casse, un piatto, un amplificatore, una radio analogica, con le rotelle e la luce che illumina le stazioni, un mangiacassette e due piastre, in modo da registrare le cassette che mi prestavano, e anche i dischi, ovviamente.
Comprati tutti con i risparmi dei miei primi lavori, assemblati con cura, facendomi aiutare da un amico audiofilo. Quando ho cambiato casa, ho costruito la libreria in funzione di dove avrei potuto sistemare i miei gioielli. Aspettavo che la casa fosse vuota, per mettere sul piatto a tutto volume la musica che amavo, non solo rock, ma anche classica. E restavo lì, occhi chiusi, sdraiata sul divano, a lasciare che il mio corpo assorbisse le onde, ci si immergesse dentro, nuotasse nel suono, e riemergesse corroborato.
Poi, è arrivato il tempo del poco tempo da dedicare all'ascolto. Poi, è arrivato il tempo della musica liquida, dei cd, degli mp3, dell'ipod e del pc.
Ma il tempo è circolare, e le onde tornano. Così, il giorno del tuo quindicesimo compleanno, un amico arriva a casa, e rimette in sesto il piatto, l'amplificatore, le casse, la radio. Il mio regalo di compleanno per te.
E ti insegno i gesti che credevo di aver cancellato per sempre.
Estrarre il disco dalla custodia, con delicatezza, tenendolo per i bordi, con la punta delle dita.
Metterlo sul piatto, azionando la leva della puntina.
Alzare il volume dell'amplificatore.
Durante l'ascolto, aprire la custodia, così bella, vivace, creativa, e leggerci dentro i testi, ammirare le foto, scoprire nomi e collaborazioni.
Quando una facciata è finita, girare il disco dal lato A al lato B.
Scegliere la traccia individuando il solco più scuro e spesso.
Ad ascolto concluso, togliere il disco con altrettanta delicatezza, riporlo nella custodia, e scegliere con cura un altro disco.
La lentezza, l'attenzione, il rispetto per un'opera d'arte. Occorre avere tempo, per tutto questo. Tempo solido, concreto, per immergersi nelle onde sonore provocate da un disco di vinile.
E tu, come primo disco, scegli questo:
Ti distendi sul divano, ti guardo; e il tempo si riavvolge. Non sei più tu, ma sono io, la figurina distesa che ascolta con la custodia del disco in mano, leggendo attenta testi e note. E tutti quegli anni in mezzo si sbriciolano, in minuti frammenti sonori.
Un vecchio amico, quando lo ritroviamo, è come se ce lo fossimo sempre tenuto vicino. E il discorso riprende, naturale.
Tùffati anche tu in queste onde. Ricominciamo a nuotare.
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