lunedì 30 novembre 2009

cecco e fabrizio



medioevo e de andré, oggi.
il lettore cd, i clandestini con gli occhi e le orecchie aperte, la pioggia battente fuori, il tepore della musica dentro.
e le storie del povero re carlo martello e della sua donzella puttana, del miché che si uccide per amore, della donna di geordie che supplica di ucciderlo quando sarà vecchio, di marinella e del suo re senza corona, della moglie del signore di valois che fila la lana, invano aspettando il ritorno dell'eroe, tornano ad animarsi e a resistere al tempo.
ma soprattutto, rivive cecco, il primo autore che ebbe coscienza di poter costruire una maschera di sé, metà gioco letterario, metà terapia autoanalitica e catartica. come anche de andré fece della sua immagine, sospesa fra colto musicista e appassionato cantore degli ultimi.

i clandestini capiscono e meditano. non capita tutti i giorni, ascoltare una canzone di angiolieri-de andré...

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