giovedì 7 ottobre 2010

mal_fermo8

e c'è l'emilio. l'emilio si perde. l'emilio si ritrova nelle stanze degli altri.

l'emilio non sta fermo. l'emilio si blocca, e fissa senza guardare per lunghi minuti, e non importa se quello che sta fissando sia cosa, pianta, persona. lo fissa con la stessa formidabile intensità, come se volesse insieme entrarci dentro, o fuggirne.

l'emilio parla poco. l'emilio, quando parla, sgrana un rosario di vocalizzi incomprensibili, e una frase non ha mai, mai, senso compiuto. a volte inizia con un senso, e si perde in parole sconnesse, o inventate. altre volte succede il contrario. ma sempre, sempre, chi lo ascolta resta come incantato dalla nenia che la sua voce sciorina, dal suo linguaggio segreto.

l'emilio ha una moglie, e una figlia, che, quando non ci sono, cerca, e che, quando ci sono, non riconosce.

l'emilio faceva il meccanico, montava e smontava automobili. ora monta e smonta le parole e i pensieri, ma nessuno si rimette in moto.

l'emilio prende per mano tutti, ma evita le persone in divisa. i medici, le infermiere, gli inservienti.

l'emilio ha un ricordo, che però non sa dimenticare. ed è un ricordo che sa di divisa, di prigione, di lager.

l'emilio è stato in un lager. e, ogni tanto, piange.

l'emilio non si rimetterà più in moto.

non per niente, alzheimer è un cognome tedesco.

lunedì 4 ottobre 2010

il senso di slava per la neve



slava ha sei e sessant'anni
slava è uomo e donna e si parla e si risponde con un telefono di peluche
slava ha sei ombre diverse da lui che lo seguono e cantano blue canary



slava fa di un letto una barca, e di un cappotto la sua innamorata
slava trasforma la carta in neve, e ti intrappola in una ragnatela grande come un teatro




slava conosce il teletrasporto, ma non nello spazio
slava teletrasporta nel tempo, nel tempo stupito dell'infanzia
slava evoca i sogni e le paure, e trasforma queste in quelli



slava prende di mira le regole, e le abbatte col suo fucile di fantasia
slava non ride quasi mai, ma fa ridere il cuore
slava travolge con una tempesta di vento e di neve, che non sembra vera, ma lo è



slava se ne va, lasciandoti un po' di carta e di fili sulla giacca
e un po' di nostalgia per un eden perduto nel cuore.