martedì 24 maggio 2016

La chitarra che non si scorda

C'è stato questo momento preciso e perfetto. Questa intuizione miracolosa. Luther Dickinson scende dal palco, sembra che ci sia una pausa. Invece va al Carlo Carlini​'s corner, stacca la chitarra acustica dal muro, risale sul palco, inizia a suonarla.
"Eh, ma è scordata!", sussurra il solito criticone da bar.
No, che non è scordata. E chi se la scorda, quella chitarra. Luther in un minuto netto la sistema, la chitarra sembra riconoscere le dita, e docile si ri_corda.
Qualcuno non capisce. Qualcuno si commuove. Qualcuno mette mano alle macchine fotografiche.

Qualcuno, altrove, fumando una sigaretta, sorride.

Ed è di nuovo blues. Ed è di nuovo "ONE MORE!". E sono di nuovo decenni di passione e musica e whisky e sigarette e concerti e corse su e giù dagli aeroporti, e foto e borderò e sacrifici e soddisfazioni.

C'è stato questo momento preciso e perfetto, e nessuno meglio di Dickinson avrebbe saputo e potuto farcelo vivere. Perché, quando c'è di mezzo la musica, no, che non si può scomparire. Magari si resta appesi al muro, ma non ci si scorda. Non si può essere scordati.

And if you're feeling down and out
Tell Him what you want
Call Him up and tell Him what you want.