mercoledì 16 novembre 2011

i gesti precisi

(foto Roberto Sasso)

i gesti precisi sono quelli che medicano l'anima.
di gesti precisi si ha sempre bisogno, soprattutto in tempi di incertezza, di pressappochismo, di sciatteria.
si ha bisogno di cura, di attenzione, di esattezza.

così, quando Bob Dylan, lunedì scorso, ha infilato il microfono nell'asta con un gesto preciso, l'anima si è portata via quell'immagine per custodirla nella memoria.
uno dice, eddai, infilare il microfono nell'asta, che sarà mai, tutti lo fanno.

se è per questo, tutti gli artisti fanno concerti, cantano e suonano.
ma lunedì scorso Dylan lo ha fatto con un'esattezza, e insieme un'energia, un entusiasmo, una potenza, che hanno lasciato prima stupiti, poi esaltati, infine riconoscenti.

gesti precisi, come quel tocco esatto alla chitarra, come quel suono potente della voce, come quel leggero passo di danza, o quel mezzo sorriso mentre Knopfler ricamava note come se cantasse.

eravamo sopra di loro, proprio sopra il palco. posizione benedetta da chi vuole cogliere anche l'umanità di chi è sul palco, e non solo godere della prestazione.
la prospettiva laterale esalta la perfezione dei gesti, quando ci sono. perché li sa cogliere tutti nella loro intensità, proprio mentre accadono. e Dylan ha il potere di fare accadere le cose con precisione, farsele sbocciare nel breve percorso fra mente e voce, fra mente e mani.

Giorgio, la mattina dopo, impastato di sonno e adrenalina, mi ha detto: 'ho già voglia di tornare a vedere Dylan'.
ah, la nostalgia per quei gesti precisi, di cui abbiamo, tutti, bisogno.