sabato 29 marzo 2014

Vivo (il tredicesimo dell'Inferno)



Piero sanguinava dalla testa.. Lui tenne ambo le chiavi del cor di Federigo. Ma gli altri erano invidiosi. E finì in una stanza buia, senza mangiare, bere, leggere, scrivere, calunniato, accecato, torturato. Lui urlava nel chiuso della prigione. Mi sentite? sto gridando da un pezzo e no, non mi sentite...

Piero sanguinava soprattutto dal cuore. Il suo cuore era giusto, innocente, ricco di fiducia negli altri. Amava la poesia, l'amicizia, e non sopportava di fare la vittima. Tutto bene, diceva, quando gli chiedevano come andava. Così così, rispondeva, quando proprio si sentiva male. 
E gli amici, attorno, lo consideravano indistruttibile, orgoglioso, forte.
Lui godeva di quel loro sguardo, delle risate nella corte, delle interminabili discussioni, delle notti trascorse a recitare poesie e suonare, tutti stretti in un legame spirituale, in una scuola poetica, artistica, estetica. E lui, lì dentro, ne era l'anima.

Piero sanguinava, ed una notte, mentre lo stavano trasportando in un altrove che non voleva conoscere, un angelo nero lo spinse giù dal cavallo. La testa si infranse contro una pietra, tingendola del colore che lui più amava.
E fu libero.



   "E se di voi alcun nel mondo riede,
conforti la memoria mia, che giace
ancor del colpo che 'nvidia le diede."




lunedì 24 marzo 2014

Lei è.

Lei ha occhi neri e mobilissimi, che guardano l'anima di ciascuno, anche delle cose, e ne estraggono il meglio, scavando in profondità, portando alla luce i colori e le attese nascosti dentro.
Lei ha capelli lisci e docili alle mille fantasie che le mani realizzano per loro; un fiore, spesso, li incornicia, regalando un lampo di luce proprio lì, vicino all'orecchio, anticipandone la gioia della musica e delle parole.
Lei ha un sorriso aperto e fiducioso, innocente, che si schiude in una risata bambina, fresca e scrosciante, come una cascata di sole sul viso.
Lei ha una voce dolcissima e spesso sfinita, che segue i saliscendi della cantilena della sua terra, inerpicandosi veloce in strette curve su per le colline delle Langhe, per poi scivolare lentamente, scollinando nella pianura del sentimento.
Lei ha mani parlanti, gesti precisi e immediati, sinceri come i pensieri che traspaiono dalle parole; le dita stringono spesso una sigaretta, che esse portano alla bocca con naturalezza, senza che questo interrompa nemmeno per un attimo l'eleganza del portamento.

Lei ha un corpo esile e nervoso, minuto e forte, da cui traspare la tenacia determinata di un'esistenza alla ricerca di un senso; i gesti sono mutevoli, a volte morbidi e femminili, altre volte scattanti e mascolini, in equilibrio miracoloso e precario.
Lei ha vestiti colorati, tessuti senza tempo, forme assemblate in modo magico, come spuntati dal cappello di una fata gioiosa e creativa; e ci gioca, coi colori, con le forme, coi tessuti, divertendosi, divertendo, suonando in silenzio una tavolozza di note sgargianti e cristalline.

Lei ha gioielli rari, preziosi, perché preziosi sono i ricordi che stanno acquattati dentro la loro luce; ampie collane, giganteschi anelli, file di bracciali, sempre dosati con spontanea sapienza.
Lei ha pensieri mobili come gli occhi, e dolcezza nobile come il sorriso; lei ama le parole, con cui dà forma prima ai pensieri, poi alla voce, e ama ascoltarle, le parole, che siano parlate, cantate, suonate, incise, recitate, fotografate, o solo intuite e pensate.
Lei scrive, fotografa, immagina incontri, concerti, letture, spettacoli, poesie, viaggi, e torte, e spese al mercato, e giri in bicicletta, e chiacchiere con gli amici, e canti che tornano, e conti che non tornano.

Lei ride con Bergonzoni, sogna con Fossati, resiste con Casale, lotta con Godano; ma porta impresso nel cuore il segno di Pavese, di Pasolini, di Calvino. Lei vive il presente nel rispetto del passato, e attende il futuro con l'irrequieta impazienza di chi ama la vita.
Lei lavora dall'alba a notte fonda, sfidando il suo corpo, i suoi nervi, il cuore e il respiro, ma intanto vive in un'altra orbita, in cui grazia e inquietudine, speranza e ricerca di senso si mescolano incessantemente.

Se vi diranno che lei non c'è più, scuotete la testa come le avete visto fare tante volte. E dite come lei: "Ma no...mica è vero!"
Perché lei è. Per sempre.