
e una sera ho visto neil young,
l'icona dei miei anni.
un sessantenne lucido e diritto:
completo panna quando è acustico,
otto chitarre, quindici armoniche,
e da ognuna un sogno.
inizia con from hank to hendrix.
seguono in ordine sparso i sogni delle mie età, tutte intere, tutti interi.

poi riappare con completo nero,
abbraccia la sua elettrica,
e diventa un rocker senza tempo.
con due dei suoi crazy horse
sul palco, un pittore che dipinge tele
e lettere che si accendono.
cavalcate elettriche distorte, e dolci armonie country;
impegno politico, e riflessioni esistenziali.
non avrei mai smesso di ascoltarlo,
e intanto riflettevo:
se anche non ci fosse un aldilà,
credo che le fibre del mio corpo
nell'eternità della materia
continuerebbero a risuonare del ricordo di quella musica.