sabato 10 settembre 2011

undici nove

Foglio, penna, tavolo.
Torta, pasticcini, quante bottiglie di bibite? Ci vorranno anche dei salatini, delle pizzette, dopo tutto è una festa per bambini, anche se tu hai solo un anno, ci sono tutti gli amichetti di tuo fratello, no?
E i palloncini colorati? Certo…poi devo prendere il festone dell’anno scorso, così addobbiamo il salotto.
Piccola Giovanna, quanto futuro hai davanti. La vita sembra leggera, soffice, in questo pomeriggio di metà settembre e di inizio scuole.
Suona il telefono. E’ tuo padre. “Accendi la televisione.” – “Giornata pesante in ufficio, eh? Cosa fate adesso, vi mettete a guardare la tivvù?” – “Accendi la televisione, Laura.”
Il tono è serio. Quasi allarmato. Mi allarmo anch’io, di conseguenza.
“Cosa c’è? Perché devo guardare la televisione adesso?”
Ma intanto ho acceso. Uno, due, tre, quattro canali. Danno tutti lo stesso programma. Le Torri Gemelle, tutte e due, belle, ce le avevo anche su un poster, nella mia cameretta di adolescente, quando andare in America per noi significava andare a New York, Mecca occidentale di giovani innamorati della cultura e della musica beat. Warhol, Lou Reed, Patti Smith, Greenwich Village, e poi Martin Luther King, Kennedy, il sogno.
Le Torri Gemelle, però, oggi non sono come erano sul poster. Esce del fumo. Sono ferite.
“Ma cos’è successo? Una fuga di gas? Un incidente?” – “No. Due aerei. Addosso. Apposta. Un attentato. E’ la guerra, Laura.”
Una guerra in America. Mai successo dai tempi di quella d’indipendenza. L’avevo vista solo in un film, ‘Independence day”, ma lì era l’attacco di alieni. Ed era un film.
Quello che vedo ora è reale. Eppure così magnetico. Perché passa attraverso un piccolo schermo, perché supera ogni immaginazione, perché mi costa un enorme sforzo pensare all’odore di corpi bruciati, al suono delle urla di terrore, alla polvere che si starà spargendo ovunque, al gusto acre che sentiranno in bocca quegli uomini e quelle donne che posso solo vedere. La privazione di quattro sensi su cinque mi paralizza. Capisco cosa sia successo solo quando vedo una torre crollare, e quello che sembrava un fermo immagine improvvisamente si anima. I commenti, solo allora, prendono un senso compiuto. Perché realizzo che, insieme a quella torre, dentro a quella torre, stanno crollando centinaia di vite, e con esse anche un pezzo del sogno americano, anche del mio.
Istintivamente mi stringo a te, piccola Giovanna dal futuro non più così tanto leggero. E la lista che stavo stilando mi restituisce l’incommensurabile sensazione di essere una privilegiata, ad essere qui, con te, al sicuro, in questo ‘sicuro’ così precario e fragile, davanti a uno schermo – specchio, che riflette tutta l’immensa fragilità dell’uomo.

2 commenti:

  1. Che cos'é l'uomo perché te ne curi?
    Una foglia sbattuta dal vento, forse.

    eppure l'hai fatto poco meno di Te

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  2. questa è a volte la vita
    onde immense che si frangono contro piccoli scogli

    eppure l'uomo sta. fragile, ma forte.

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