lunedì 23 gennaio 2012

dal canada alla cascina


questa storia inizia a vancouver, canada.
oppure a poasco, san donato milanese, italia.

da ovunque la si faccia iniziare, è una storia e basta.
inizia con vite che sbandano e si riprendono, con voci che si intrecciano, con amicizie che si costruiscono con la paziente caparbietà delle cose semplici.
un alveare, uno scoglio, un accordo di chitarra.
e così succede che le vite si annodino, per una sera o per sempre, non importa. sempre o una sera sono misure di tempo relative, se la faccenda riguarda le emozioni.
il ragazzo di vancouver e quello di poasco hanno davvero poco in comune. manco parlano la stessa lingua. il ragazzo di vancouver ha ogni tanto un lampo negli occhi, che rivela quanto siano pesati i chilometri, e gli anni, le scelte, e le strade fatte per arrivare fin lì. quando parla, quando canta, senti il suo bisogno di arrivare al cuore del mondo, la sua fame di dimostrare al mondo quanta strada abbia fatto per arrivare fin lì, in quella cascina ai confini del mondo conosciuto.
il ragazzo di poasco lo accoglie nella cascina come suo nonno avrebbe fatto coi partigiani, come suo padre coi vagabondi. gli dà pane, e riso, e vino. gli dà caldo, e gente con cui stare, parlare, e cantare.
e scoprono che in comune, loro due, hanno l'essenziale. l'amore per la vita, l'amicizia, la musica.

questa storia inizia qui, oppure finisce, non si sa, non importa.
ed è una storia di musica, come sempre avviene quando Dio si ricorda dell'uomo.
ma anche di vino. una storia di_vina. in vino veritas, ma anche harmonia.

questa storia inizia con un canto di fine e di morte, ma anche di gioia e di rinascita

continua con sorrisi, e schiocchi di dita, e brevi versi sussurrati per non perdere il silenzio tutto attorno


e finisce con strette di mano e abbracci e ragnatele in cantina e vino e goodbye soon.
il mal di stomaco passa, passa il mal di mare che prende a volte nella vita, e quello che non passa e non verrà mai rotto è il circolo di amicizia ed energia.

il ragazzo di vancouver sparisce nel freddo di una notte di gennaio.
il ragazzo di poasco chiude il portone della cascina.
tutto attorno, sanno di aver lasciato magia, e tempo buono, vino, riso e risate.

3 commenti:

  1. buon giorno, chissà se ti ricordi di me!
    sai che oggi per me è festa?
    è capodanno cinese, quindi per me è come fosse quello che qui si dice quando è il 31 dicembre.
    mi ha fatto piacere leggere questo post proprio oggi e proprio qui.
    lo considero un buon auspicio e ti auguro che lo sia altrettanto per te.
    alla prossima!

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  2. http://www.youtube.com/watch?v=VOZYcAh2hts&feature=related

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  3. grazie, anonimo, per il bel link. e, teti, buon anno! :-)

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