lunedì 20 maggio 2013

SpringsteEnergia


 

Come succede spesso per gli incontri importanti, non ricordo quale sia stata la prima volta in cui ho ascoltato un pezzo di Springsteen. Non mi ha nemmeno cambiato la vita subito, devo averlo messo idealmente fra i rocker di valore che ascoltavo in quegli anni. E ce ne erano molti, a cui ero devota, della devozione appassionata dei vent'anni.
Però, come succede sempre per gli incontri importanti, quella presenza si è fatta via via più stabile, costante; un punto di riferimento, musicale e umano, imprescindibile, nel bene e nel male, negli (innumerevoli) pregi e nei (pochi) difetti.
E, come succede sempre per le amicizie vere, poter contare su Bruce è diventata, nel corso del tempo, un'abitudine forte, una sorta di breviario quotidiano, fatto di parole intrecciate con la musica, a cui rivolgermi nei passaggi obbligati di un'esistenza.
Le amicizie vere sono rare e preziose. Poche, ma durature. E riconoscere nell'amico le stesse rughe, le stesse fragilità, ma anche la stessa coerenza, la stessa energia, è ciò che davvero rende unica l'esperienza di un'amicizia.

Per questo, e per molto altro, do il mio benvenuto a Bruce in Italia, per l'ennesimo bagno di folla, di forza, di fede in una terra promessa che è qui, ora, che è dei diseredati e dei folli, dei santi e dei peccatori, degli uomini e delle donne che conoscono la chiave per resistere su questa crosta di terra: l'energia dei sogni.








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